lunedì 19 novembre 2012

I falsi profeti - seconda parte

Tu hai un anello con una bella pietra preziosa, con un brillante. Che cosa vale di più, l'anello o il brillante? Vale più il brillante. Se lo strappi, l'anello perde ogni pregio e non serve più.
La fede cristiana ha le sue pietre preziose; i falsi cristiani le hanno quasi tutte strappate e conculcate, sostituendone solo qualcuna con pietre false; essi hanno defornato il gioiello ammirabile che Dio ci aveva dato.
Ecco le nostre pietre preziose: I sette Sacramenti.

domenica 18 novembre 2012

Falsi profeti - prima parte

""Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in  veste di agnello, e dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li conoscerete"

I falsi profeti non sono altro che falsi cristiani che  ti presentano il Vangelo e la Bibbia ma seminano nel tuo cuore l'odio alla Chiesa, ai sacerdoti, all' Eucarestia, alla Madonna, ai Sacramenti. 
Pastori mercenari, senza nessuna missione da Dio, ti allettano con l'oro, col beneficio materiale, con la scuola e la refezione gratuita, con le vesti che danno ai tuoi figli, e poi ti avvelenano con il loro odio nascosto, ti strappano a Gesù. 
Essi ti parlano del Cristo, dicono che te lo vogliono far conoscere ed amare, ed invece ti distaccano dalla Chiesa Cattolica dove soltanto vive Gesù Cristo, e ti strappano dai Sacramenti, dandoti un falso surrogato, in una cena che è l'irrisione dell'Eucarestia, ed in una confessione stolta fatta con Dio,dicono essi, ma che non è che una illusione per addormentare la tua coscienza.
Essi poi dicono un mondo di spropositi, e dispensano dei foglietti pieni di inganni e di errori madornali, di falsità storiche, e di false citazioni delle quali si può accorgere solo chi è veramente profondo nelle scienze sacre.
Parlano contro il Papa, i Sacerdoti, la Madonna, i Sacramenti, ma in maniera cosi larvata, da non fartene quasi accorgere, e dispensano stampe zeppe di errori, promettendoti ogni bene, e strappandoti dal cuore la Fede vera.
E tu che fai? Devi far intendere a questi mercenari che debbono andarsene, perchè noi, discendenti dei Martiri, non tradiamo la nostra Fede per una vile moneta, per un vile interesse umano, o per una vile insinuazione. Devi far intendere loro che sono essi che debbono convertirsi a Dio.

giovedì 15 novembre 2012

POVERI IN SPIRITO


I desideri terreni […] sono come bevande gassose: dilatano lo stomaco ma non lo saziano; i desideri celesti invece sono come linfa benefica che si diffonde in tutte le fibre della vita e la fa fiorire.

Povero di spirito è chi è distaccato da tutto, pur possedendo, o chi, non avendo nulla, non desidera altro, e si acquieta nella vita, confidando in Dio solo. Povero di spirito o nello spirito è chi non ha l'anima infarcita di sapienza umana, ma si apre con semplicità alla luce di Dio. Povero di spirito è chi volontariamente abbandona ogni suo avere per abbracciarsi, senza ostacoli, al Sommo Bene, chi sopporta con sapienza la perdita dei beni, chi tollera in pace la sopraffazione ingiusta, e spregia i beni che gli vengono rapiti, chi rinunzia alle sue agiatezze per consolare i poveri, e diventa come acquedotto della carità […]. Povero di spirito è soprattutto chi confida in Dio solo, e riguarda come nullità le cose presenti, fissando gli occhi sempre alla dolce paternità del Signore, chi si crede nullità e non confida nelle proprie forze, ma fa appello alla bontà ed alla misericordia di Dio.

Beati sono ancora i poveri di beni materiali, che mutano la loro povertà in ricchezze spirituali, uniformandosi alla divina Volontà e confidando nel Signore. La fiducia toglie l'angustia che cagiona la povertà materiale, poiché Dio interviene sempre per soccorrere chi gli si abbandona, e rende non solo sopportabile ma beata la condizione di chi non ha niente.

[Brano tratto dal libro “La Sacra Scrittura”, volume XX, Vangelo secondo Matteo, Don Dolindo Ruotolo, Apostolato Stampa]
Cordialiter

martedì 13 novembre 2012

L'UNICA PORTA DI SALVEZZA


Il fedele cattolico, battezzato nella Chiesa Cattolica, possiede lo Spirito Santo, è pienamente incorporato nella Chiesa e, per essa, in Cristo. Segni esterni di questa sua incorporazione nella Chiesa sono:
1) il vincolo dell’unica professione di Fede;
2) l’accettazione di tutti i suoi Sacramenti;
3) la comunione con la Gerarchia Ecclesiale (il Papa e i vescovi).
Egli ha la garanzia della Salvezza.
La Salvezza è dono di Dio che esige la collaborazione dell’uomo: professare la Fede in Cristo, accettare i 7 Sacramenti istituiti da Cristo e obbedire ai legittimi pastori (CCC 836-837).
«Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col “corpo” ma non col “cuore”» (CCC 837).
Il fedele cattolico che commette un peccato mortale perde lo Spirito Santo, la grazia santificante, e la virtù teologale della carità. La sua incorporazione nella Chiesa, pur sussistendo per il Battesimo, la fede e la speranza, diviene non piena e insufficiente. Se non si converte, andrà all’inferno.
I cristiani non cattolici sono quei fedeli che ancora oggi nascono e vengono istruiti nella Fede di Cristo in comunità ecclesiali che, nel corso dei secoli, si erano staccate dalla piena comunione con l’unica Chiesa voluta e realizzata da Cristo, la Chiesa Cattolica.
In queste comunità ecclesiali separate si sono però conservati alcuni beni propri della Chiesa Cattolica (la Sacra Scrittura, le virtù della fede, della speranza e della carità, la vita della grazia e i doni dello Spirito Santo), e si compiono alcune azioni sacre (come la Santa Messa e i Sacramenti). «Lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza, il cui valore deriva dalla stessa pienezza di grazia e dalla verità che è stata affidata [da Cristo] alla Chiesa Cattolica» (Unitatis Redintegratio, n. 3).
I cristiani non cattolici in buona fede (coloro che ignorano senza colpa, quegli argomenti che permettono di formulare il giudizio di veridicità sulla Chiesa Cattolica), possono salvarsi in forza dei beni divini cattolici presenti nelle loro comunità ecclesiali. Chi si salva in esse si salva, di fatto, nella Chiesa Cattolica.
I non cristiani sono tutti coloro che non conoscono Cristo o che, pur conoscendolo, non lo riconoscono come il Figlio di Dio fatto uomo e come l’unico Mediatore di Salvezza per l’intera umanità (ebrei, musulmani, buddisti, induisti, ecc.)
In queste religioni, «la Chiesa riconosce la ricerca, ancora “nelle ombre e nelle immagini”, “di un Dio ignoto” ma vicino, “poiché è Lui che dà a tutti vita e respiro ad ogni cosa, e [...] vuole che tutti gli uomini siano salvi”. Pertanto, la Chiesa considera “tutto ciò che di buono e di vero” si trovi nelle altre religioni “come una preparazione al Vangelo, e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita”. Ma, nel loro comportamento religioso, gli uomini mostrano anche limiti ed errori che sfigurano in loro l’Immagine di Dio: molto spesso gli uomini ingannati dal maligno, hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la Verità divina con la menzogna, servendo la creatura piuttosto che il Creatore, oppure vivendo e morendo senza Dio in questo mondo, sono esposti alla disperazione finale. [...] Quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l’influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la Volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la Salvezza eterna (Lumen gentium, n. 16 )» (CCC 843-847).
Deve essere chiaro, però, che chi non è cattolico non si salva in virtù della religione non cattolica professata, che, essendo umana, è totalmente priva di valore salvifico, ma solo e unicamente in virtù di Cristo e della sua Chiesa, a cui, seppure ignorandoli senza colpa (perché, ad esempio, nessuno glieli ha mai predicati), aderisce inconsapevolmente nel momento in cui si sforza di osservare la legge naturale (il Decalogo scolpito nel suo cuore).
I non credenti sono quegli uomini che, per i motivi più diversi, non riconoscono l’esistenza di un Dio personale: sono i cosiddetti “atei”.
Possono salvarsi alla condizione che facciano tutto il possibile per giungere alla conoscenza di Dio, servendosi della loro ragione umana; e che si sforzino di vivere onestamente seguendo la voce della loro retta coscienza. In questo caso «la Provvidenza Divina non negherà loro gli aiuti necessari alla Salvezza eterna» (Lumen gentium, n. 16).
È da tener presente che «benché Dio, attraverso vie a Lui note, possa portare gli uomini, che senza colpa ignorano il Vangelo, alla fede, senza la quale è impossibile piacergli (Eb 11,6), è tuttavia compito imprescindibile della Chiesa, ed insieme sacro diritto, evangelizzare tutti gli uomini» (Ad gentes, n. 7). 
         
          Articolo del settimanale di Padre Pio

giovedì 5 luglio 2012

Consoliamo il Cuore di Gesù



Ripariamo, consoliamo Gesù; raccogliamo noi quel
 Sangue che molti rendono inutile; in faccia a coloro
 che lo insultano sulla croce, benediciamolo,
 lasciamoci inchiodare con Lui sul legno sacro;
 baciamo le sue adorabili piaghe in riparazione di 
tante bestemmie. Vedendo tanti tradimenti, 
stringiamoci a Lui con una fedeltà totale, riparando 
gli insulti degli uni e la resistenza degli altri, l'odio
 del mondo e la freddezza di molti uomini.
 Quale passione, quale onore, quali doveri! 
Ripetiamoci sempre con l'aiuto della grazia che
 rende tutto possibile: piuttosto morire che tradire!

(Pensieri scelti dagli scritti della Beata Maria di Gesù
 Deluil-Martiny, "Gesù deve regnare", a cura di Paolo
 Risso, LEV)

giovedì 28 giugno 2012

Pensiero spirituale

"Non intraprendete mai alcun lavoro e qualsiasi altra azione, senza aver prima innalzata la mente a Dio,
a Lui indirizzando con santa intenzione le azioni che farete.(P. Pio)"

Questo pensiero di padre Pio ci richiama da vicino il pensiero e le raccomandazioni di san Paolo ai Corinzi: <<Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio>> (1Cor 10,31).
Cio che garantisce la bontà interna di ogni nostra  azione è la rettitudine di intenzione soprannaturale, altrimenti, come spiega il papa San Gregorio Magno, << molte azioni sembrano buone e non lo sono, perchè non sono fatte con intenzione retta>>.
Per questo Gesù stesso ha anche raccomandato di stare in guardia dalle intenzioni non rette del nostro spirito: <<Guardatevi dal fare le vostre opere buone dinanzi agli uomini per essere veduti da loro; altrimenti non ne avrete la ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli >> (Mt 6,1).
Anche sant' Agostino presenta questo insegnamento di Gesù, dicendo: <<Cio che fai senza pura intenzione, non ti servirà a nulla, perchè Iddio non ricompensa il successo, ma la tua intenzione>>.
Per questo fà parte della più sana e pura tradizione nell'educazione della famiglia cristiana l'impegno della preghiera al mattino e alla sera, per offrire al Signore il giorno e la notte; della preghiera prima dei pasti, per offrire al Signore il mangiare e il bere per nutrirci.
Ma quante famiglie cristiane oggi fanno ancora queste preghiere ogni giorno, che aiutano ad offrire ogni azione a Dio con intenzione pura e filiale? La retta intenzione rivolta a Dio, infatti, è garanzia della bontà di ogni azione e della sua fecondità di grazia. Senza questa retta intenzione di offrire a Dio del nostro operare, ogni azione anche buona all'apparenza può essere fatta a vuoto, e non può meritare nulla di fronte a Dio.
E' la elevazione della nostra mente a Dio che può rendere degna e santa ogni nostra azione. Chiediamo a Padre Pio la grazia di indirizzare a Dio le azioni con una <<santa intenzione>>.


di Padre Stefano M. Manelli

lunedì 14 maggio 2012

Vuoi conoscere la Verità?