giovedì 26 novembre 2009

METODO DI VITA CRISTIANA

Per salvarsi con sicurezza non basta il volerlo semplicemente, ma bisogna mettere costantemente in pratica i mezzi della fede e della speranza suggeriti come indispensabili a questo scopo. Davanti all'uomo, dice la Scrittura, sta la vita e la morte, cioè la salute o la dannazione; ciò che gli piacerà gli sarà dato. Iddio che vuole tutti salvi, perchè è morto per tutti, non lascia mai di prestarci gli aiuti neccessari: ond'è che a chi si danna egli rinfaccerà quelle parole di Ossea: la tua dannazione, o Israele, è tutta opera tua. E' dunque della massina importanza il praticare quei mezzi che sono universalmente riconosciuti dei più opportuni, e sono questi sette:
FUGA DALLE OCCASIONI
MEDITAZIONE
FREQUENZA AI SACRAMENTI DELLA CONFESSIONE E COMUNIONE
UDIRE LA MESSA OGNI MATTINA
FAR VISITA OGNI GIORNO AL SS. SACRAMENTO IN QUALCHE CHIESA, ED A MARIA INNANZI A QUALCHE SUA IMMAGINE
ORAZIONE
DEVOZIONE A MARIA

Tratto da: manuale di devozione

mercoledì 18 novembre 2009

BELLEZZA DELLA DEVOZIONE

Cara Filotea, la gente comune dice male della devozione e dipinge le persone devote immusonite, tristi, imbronciate, e insinua che la devozione rende malinconici e insopportabili. Ma lo Spirito Santo, per bocca di tutti i Santi, e nostro Signore, con la sua Parola, ci assicurano che la vita devota è dolce, facile e piacevole.

La gente vede che i devoti digiunano, pregano, sopportano le ingiurie, servono gli infermi, assistono i poveri, fanno veglie, controllano la collera, dominano le passioni, fanno a meno dei piaceri dei sensi e compiono altre azioni simili a queste, di per sé e per loro natura aspre e rigorose; ma non riesce a vedere la devozione interiore e cordiale che trasforma queste azioni in piacevoli, dolci e facili.

Lo zucchero rende dolci i frutti un pò acerbi ed elimina ciò che è nocivo in quelli troppo maturi; la devozione è il vero zucchero spirituale, che toglie amarezza alle mortificazioni ed elimina ciò che può esserci di dannoso nelle consolazioni: toglie la collera ai poveri e l'ansia ai ricchi; la desolazione a chi è oppresso e l'insolenza ai fortunati; la tristezza a chi è solo e la distrazione a chi è in compagnia.
Essa è come il fuoco in inverno e la rugiada in estate; sa affrontare e soffrire la povertà; trova ugualmente utile l'onore e il disprezzo; riceve il piacere e il dolore in maniera quasi sempre uguale, e ci colma di una meravigliosa soavità.

Cara Filotea, devi credermi: la devozione è la dolcezza delle dolcezze e la regina delle virtù, perché è la perfezione della carità. Se la carità è il latte, la devozione ne è la crema; se è una pianta, la devozione ne è il fiore; se è una pietra preziosa, la devozione ne è lo splendore; se è un unguento prezioso, ne è il profumo soave che conforta gli uomini e rallegra gli Angeli.

Tratto da: Filotea
di san Francesco di Sales

martedì 17 novembre 2009

LA VERA DEVOZIONE

Mia cara Filotea, tu vorresti giungere alla devozione perchè sai bene, come cristiano, quando questa virtù sia accetta a Dio; ma, siccome i piccoli errori commessi all'inizio di qualsiasi impresa, ingigantiscono con il tempo e risultano, alla fine, irreparabili o quasi, è necessario, prima di tutto, che tu sappia che cos'è la virtù della devozione.
Di vera ce n'è una sola, ma di false e vane ce ne sono tante; e se non distingui la vera, sbagli e perdi tempo correndo dietro a qualche devozione assurda e superstiziosa.

Chi si consacra al digiuno, penserà di essere devoto perchè non mangia, mentre ha il cuore pieno di rancore; e mentre non bagna la lingua nel vino e neppure nell'acqua, per amore della sobrietà, non avrà alcun scrupolo nel tuffarla nel sangue del prossimo con la maldicenza e la calunnia.
Un altro penserà di essere devoto perchè recita tutto il giorno una serie interminabile di preghiere, mentre non darà peso alle parole cattive, arroganti e ingiuriose rivolte durante la giornata a domestici e vicini. Qualche altro farà l'elemosina ai poveri, ma non riuscirà a perdonare i nemici; ci sarà poi chi perdonerà i nemici, ma per pagare i debiti ci vorrà il tribunale.
Tutta questa brava gente, è considerata devota, ma non lo è per niente.

La vera e viva devozione,Filotea, vuole prima di tutto, l'amore di Dio; non è altro che un vero amore di Dio; non un amore genericamente inteso.
Infatti, l'amore di Dio si chiama grazia perchè abbellisce l'anima e ci rende accetti alla divina Maestà; si chiama carità, perchè ci dà la forza di agire bene; ci spinge ad operare con cura, spesso e con prontezza:ecco la devozione.

In breve, la devozione è una sorta di agilità e vivacità spirituale per mezzo della quale la carità agisce in noi o, se vogliamo, noi agiamo per mezzo suo, con prontezza e affetto. E' compito della carità farci praticare i Comandamenti di Dio senza eccezioni e nella loro totalità; la devozione vi aggiunge la prontezza e la diligenza.
Poiché la devozione è carità eccellente, non soltanto ci rende pronti, attivi e diligenti nell'osservare i Comandamenti di Dio, ma ci spinge a fare con prontezza e affetto le buone opere possibili, anche se non cadono sotto il precetto, ma sono soltanto consigliate o indicate.

Tratto da: FILOTEA di san Francesco di Sales

lunedì 16 novembre 2009

               A MARIA
        SPECCHIO D'OGNI GIUSTIZIA
  VASO IL PIU' INSIGNE DI DEVOZIONE
   CAUSA DELLA COMUNE ALLEGREZZA
SEMPRE IMMACOLATA E SEMPRE VERGINE
                GENITRICE DI DIO
            ARBITRA DELLA GRAZIA
         MADRE DELLA MISERICORDIA
            IDEA DELLA VERA PIETA'
                PER LA CUI OPERA
  SI ACCENDE SI CONSERVA SI DILATA
       IL FUOCO DEL SANTO AMORE
                   E LE ANIME
    SI CONVERTONO S'INFERVORANO
      SI PERFEZIONANO  SI SALVANO
 L'ULTIMA DELLE TUE SERVE E DEVOTE
                   PER DEBITO
               DI RICONOSCENZA
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