lunedì 25 gennaio 2010

La comunione frequente


Il Salvatore ha istituito l'Eucarestia, che contiene realmente la sua Carne e il suo Sangue, affinché chi ne mangia viva eternamente. Ecco perché, chiunque vi ricorre spesso con devozione, rinforza talmente la salute e la vitalità dell'anima che è quasi impossibile che rimanga avvelenata dai cattivi affetti.
"Io non lodo e non biasimo il fatto di ricevere la comunione eucaristica tutti i giorni; ma consiglio ed esorto ciascuno a fare la comunione tutte le Domeniche, purché lo spirito non abbia affetti al peccato"; sono parole di sant' Agostino, al quale mi assoccio non biasimando e non lodando chi fà la comunione tutti i giorni, lascio la decisione su questo punto alla discrezione del padre spirituale.
Infatti le disposizioni per accostarsi cosi di frequente alla santa comunione devono essere di un alto livello di perfezione, per cui non è opportuno dare in materia un parere generico.
D'altra parte, siccome tali disposizioni possono trovarsi in molte anime buone, non è nemmeno bene distoglierle e dissuaderle. Va deciso dopo aver preso in esame lo stato interiore di ciascuno.
Tuttavia affermo con certezza che la massima distanza tra una comunione e l'altra non deve superare il mese, almeno in quelli che intendono servire Dio devotamente.
Devo aggiungere una parola per la gente sposata. Dio, nell'antica legge, trovava cosa fatta male che i creditori esigessero il loro debito nei giorni di festa; ma non se l'aveva a male se il debitore pagava e rendeva il debito a chi lo esigeva. E' cosa poco conveniente, benché non sia un grande peccato, chiedere la soddisfazione del debito coniugale nel giorno in cui si è fatta la comunione; ma non è sconveniente renderlo, anzi direi che è meritorio.
Quando alle malattie corporali non c'è ne alcuna che impedisca questa santa partecipazione, eccetto quelle che causano vomito molto frequente.
Per fare la comunione ogni otto giorni occorre non avere peccati mortali e non avere affetto ai peccati veniali, e avere un grande desiderio di fare la comunione. Ma per fare la comunione tutti i giorni, oltre a ciò, bisogna aver superato la maggior parte delle cattive inclinazioni ed avere il parere favorevole del padre spirituale.

Tratto da: Filotea
di san Francesco di Sales

giovedì 14 gennaio 2010

Il padre Spirituale

Vuoi camminare verso la devozione con sicurezza? Trova una guida spirituale che ti accompagni; è la raccondazione più importante.
Cara Filotea, prega Iddio con grande insistenza, che ti provveda un padre spirituale secondo il suo cuore; e poi non dubitare: ti manderà una guida capace e fedele.
Quando l'avrai trovato, non fermarti a stimarlo come uomo, e non riporre la fiducia nelle sue capacità umane, ma in Dio soltanto, che ti incoraggerà e ti parlerà tramite quell'uomo.
Devi riporre in lui una fiducia senza limiti, con un grande rispetto, ma in modo che il rispetto non diminuisca la fiducia e la fiducia non tolga il rispetto.
In conclusione la vostra deve essere un'amicizia forte, dolce, santa, sacra, degna di Dio, divina, spirituale.
"A tal fine, scegline uno tra mille", dice Avila; io ti dico, uno tra diecimila, perché se ne trovano pochissimi capaci di tale compito. Deve essere ricco di carità, di scienza e di prudenza; se manca una di queste tre qualità, c'è pericolo.
Chiedilo a Dio e, una volta che l'hai trovato, benedici la sua divina Maestà, fermati a quello e non cercarne altri; ma avviati, con semplicità, umiltà e confidenza; il tuo sarà un viaggio felice.

Tratto da: Filotea
di San Francesco di Sales

mercoledì 13 gennaio 2010

Il terzo mezzo per salvarsi: I SACRAMENTI

Il terzo mezzo per salvarsi è la frequenza ai sacramenti della Confessione e Comunione. Con la Confessione si mantiene l'anima purgata da ogni peccato, s'indeboliscono gli abiti cattivi, si acquista la forza neccessaria a combattere tutte le tentazioni.
Pretendere di avanzarsi nella perfezione senza confessarsi con gran frequenza, è un pretendere di volare senza ali. Abbiate dunque uno stabile confessore a cui confidare tutti i segreti della vostra coscienza senza doppiezza e simulazione.
Confessatevi da lui, se v'è possibile, ogni settimana, e non cambiate senza un gran motivo.

Tratto da un manuale di devozione

martedì 12 gennaio 2010

Il secondo mezzo per salvarsi: LA MEDITAZIONE

Gli uomini hanno una condotta cosi diversa dalle massime della credenza, perché non meditano mai le verità, che pur credono.
Una solo massima del Vangelo ben meditata fece risolvere S. Antonio a lasciare il mondo e ritirarsi nel deserto. Fù per mezzo della meditazione che divenne tutto di Dio S. Francesco Saverio, e passo dalla dissipazione al raccoglimento, dalla rilassatezza all'esercizio della perfezione più sublime la celebre monaca di Roma suor Maria Bonaventura.
E' nella meditazione ove Dio ci dà con più abbondanza i suoi lumi e le sue grazie, per cui noi conosciamo i nostri difetti, e risolviamo correggerli; i nostri doveri, e proponiamo adempierli; le virtù che ci mancano, e ci animiamo ad acquistarle.
Proponetevi dunque di fare ogni giorno o la mattina o la sera, ma sarà meglio la mattina, un quarto d'ora di meditazione.
Se non sapete farla altrimenti, fatela leggendo e considerando un qualche libro devoto che parli della verità della fede, della vita di Gesù Cristo, e specialmente della sua Passione.
Non lasciate dunque passare giorno senza leggere almeno per un quarto d'ora qualche libro di spirito. Sono ottimi a questo intento:
La dottrina di San Giovanni della Croce dello Scaramelli,
L'imitazione di Cristo,
Filotea di San Francesco di Sales,
Il combattimento spirituale dello Scupoli ecc..

Tratto da un manuale di devozione

domenica 10 gennaio 2010

Il primo mezzo per salvarsi

Il primo mezzo per salvarsi è la FUGA DALLE OCCASIONI.
Chi ama il pericolo, dice lo Spirito Santo, in quello perirà.
Chi più santo di David, chi più savio di Salomone, chi di Sansone più forte? Eppure tutti sono caduti per non aver fuggite le occasioni.
Il Vangelo protesta, che dobbiamo esser pronti a troncarci le mani e i piedi, a cavarci gli occhi da fronte e gettarli lontano da noi, cioè a rinunciare alle cose più preziose e alle persone più care quando ci servono d'inciampo.
Non vale il dire che la persona con cui si ha troppa confidenza è santa: le persone sante, dice san Tommaso,allettano più facilmente. Il demonio ci fà prima di tutto amar la virtù, poi ci fà amare la persona, quindi ci accieca e ci precipita.
Bisogna, dunque, star sempre vigilanti per fuggire tutto quello che può essere pericoloso.
E' vero che il distaccarci da certe persone, il tenerci lontani da certi luoghi, il rinunciare a certe cose ci costerà molto, ma il Vangelo protesta che non si salverà se non chi avrà fatto violenza a se stesso. Tutti i patimenti del mondo non hanno alcuna proporzione con la beatitudine eterna.

Tratto da un manuale di devozione