domenica 14 novembre 2010

Persecuzioni cristiane


Le notizie di tanti cristiani che vengono perseguitati e uccisi in diverse parti del mondo, se da una parte ci indignano, dall'altra ci devono far riflettere sul fatto che oggi, più che mai, per vivere la fede è necessario andare controcorrente.
Gesù al riguardo ci aveva preavvertito: "Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi". La Chiesa, e quindi anche tutti noi, siamo chiamati a rivivere nel nostro piccolo la vita di Gesù Cristo. E' un impegno, ma anche una grande grazia.
I milioni di martiri, una moltitudine immensa che nei tempi moderni hanno lavate le loro vesti nel sangue dell'Agnello, ci devono svegliare dal nostro cristianesimo tiepido e pieno di compromessi col mondo.
Gesù concede a chi lui sa la grazia del martirio, però chiede a tutti la testimonianza coraggiosa delle fede. Ci chiede di non vergognarci di lui e delle sue parole. E' in questo modo che possiamo essere il sale della terra e la luce del mondo.
Sosteniamo i nostri fratelli perserguitati con la preghiera, ma non medesimo tempo usciamo dall'anonimato e mostriamo la nostra identità di cristiani convinti, che amano Gesù e lo seguono.
La Regina della pace ci esorta ad essere "testimoni della fede", "apostoli dell'amore", "portatori della pace" . E' di queste persone che il mondo oggi ha bisogno.


lettera di Padre Livio
direttore di Radio Maria

sabato 13 novembre 2010

Il primo comandamento


NON AVRAI ALTRI DEI DI FRONTE A ME


Con le parole del primo comandamento, Iddio ci ordina di riconoscere, di adorare, di amare e servire Lui solo, come nostro supremo Signore.

Il primo comandamento si adempie coll'esercizio del culto sia interno che esterno.

Il culto interno è l'onore che si rende a Dio con le sole facoltà dello spirito, ossia con la mente e con la volontà.

Il culto esterno è l'omaggio che si rende a Dio per mezzo di atti esteriori e di oggetti sensibili.

Non basta adorar Dio solo col cuore interiormente, ma bisogna adorarlo anche esteriormente, collo spirito e col corpo, perché Egli è Creatore e Signore dell'uno e dell'altro.

Nello stesso tempo, non ci può essere culto esterno senza l'interno, perché quello scompagnato da questo rimane privo di vita, di merito e di efficacia, come il corpo senz' anima.

Il primo comandamento ci proibisce l'idolatria, la superstizione, l'irreligione, il sacrilegio, l'eresia ed ogni altro peccato contro la religione.

giovedì 11 novembre 2010

I dieci Comandamenti

"Il Signore comandò l'amore verso Dio e insegnò la giustizia verso il prossimo, affinchè l'uomo non fosse nè ingiusto, nè indegno di Dio.

Cosi, per mezzo del Decalogo, Dio preparava l'uomo a diventare suo amico e ad avere un solo cuore con il suo prossimo [....].

Le parole del Decalogo restano validissime per noi.

Lungi dall' essere abolite, esse sono state portate a pienezza di significato e di sviluppo dalla venuta del Signore nella carne".
Sant' Ireneo di Lione

mercoledì 10 novembre 2010

LA PREGHIERA CRISTIANA

Caro visitatore, quante volte al giorno usi telefono, sms, e-mail, Skype..... per parlare a chi vuoi bene ? per aiutare o chiedere tu stesso aiuto ? per forgiare il mondo con il tuo lavoro?
Riesci ad immaginare anche una sola giornata senza neppure una parola a qualcuno? e, nel caso, al rientro a casa la sera ti immagineresti contento o almeno soddisfatto di te?
Tanti, già all'opera nel Regno di Dio, aspettano almeno un tuo sms di presenza e prima di tutti è Dio Padre che l'aspetta.

La preghiera dei figli
La nostra salvezza è nelle mani di Cristo ma dipende da noi. La Chiesa ci aiuta e traccia il percorso, ma smarrimento facile e vista corta sono nella natura dell'uomo.
Non ci è dato conoscere in dettaglio il criterio di valutazione dei crediti che porteremo in Giudizio, tuttavia è difficile immaginare un rango superiore a quello di un padre che insegna a suo figlio a pregare secondo l'insegnamento di Cristo e di Santa Romana Chiesa.


Tratto dal sito: Alma Prex

I Cavalieri dell' Immacolata

La devozione alla Madonna è quanto mai necessaria in questi nostri difficili tempi, nei quali il demonio sembra moltiplicare i suoi sforzi per diffondere il male nel mondo, rovinare le anime e, in particolar modo, disgregare le famiglie. La devozione alla Madonna è fondamentale per superare tutte queste difficoltà. Proprio perché questi tempi sono difficili, il cristiano deve rivolgersi a Colei che è la Debellatrice del maligno. Con spirito profetico, san Luigi parla di un’era mariana, nella quale sorgeranno grandi Santi, i quali propagheranno la devozione alla Santa Vergine. Rifacendosi a delle rivelazioni avute da un’anima santa, egli insegna che:
«L’Altissimo con la sua santa Madre devono formarsi dei grandi Santi, i quali supereranno in santità la maggior parte degli altri Santi [...]. Queste anime grandi, piene di grazia e di zelo, saranno prescelte da Dio perché combattano i suoi nemici, che insorgeranno frementi da ogni parte. Esse saranno in particolar modo devote di Maria Santissima, rischiarate dalle sua luce, nutrite del suo latte, guidate dal suo spirito, sostenute dal suo braccio, custodite sotto la sua protezione [...]. Esse indurranno tutti con le loro parole e i loro esempi alla vera devozione a Maria» (VD 47-48).

Continuando il suo Trattato, san Luigi scrive che «per mezzo di Maria la salvezza del mondo ebbe inizio, e per mezzo di Maria deve avere il suo compimento» (VD 49). Bisogna far dunque conoscere Maria al mondo intero poiché «Ella è la via immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente, per mezzo di lei lo devono trovare le anime sante destinate a risplendere in santità. Chi troverà Maria, troverà la vita [...]» (VD 50).
È quanto mai necessaria la devozione alla Madonna perché:
«Il diavolo, ben sapendo di aver poco tempo, e più poco che mai, per trarre a rovina le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi attacchi: susciterà infatti quanto prima crudeli persecuzioni e tenderà orribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che vince più difficilmente degli altri» (VD 50).

Il demonio è furente, ma l’Immacolata «è terribile di fronte al diavolo e ai suoi seguaci, come un esercito schierato in battaglia» (VD 50). Il fedele servo di Maria non avrà nulla da temere: Ella lo proteggerà e lo farà trionfare su tutti i suoi nemici. San Luigi si dilunga a parlare di questi fedeli servitori di Maria, i quali, come Cavalieri dell’Immacolata, combatteranno la buona battaglia del bene. Di questa battaglia tra l’Immacolata e il demonio si parla nelle prime pagine della Bibbia, ove si legge: «Porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà il capo e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,15).

La Madonna è la Nemica per eccellenza del maligno perché è l’Immacolata, è Colei che neppure per un istante è stata sotto il dominio del peccato e del demonio. Per questo motivo, il maligno la odia in modo particolare, e, per questo motivo, Dio si serve di Lei per sconfiggere satana e tutti i suoi emissari. San Luigi scrive che i demoni «temono più uno solo dei suoi sospiri [di Maria] per qualche anima, che le preghiere di tutti i Santi, e una sola delle sue minacce contro di loro, che tutti gli altri tormenti» (VD 51).Pertanto, Dio vuole che la Madonna sia ora più che mai conosciuta, amata e onorata (cf VD 55). Ma, per farla conoscere, c’è bisogno di chi parli di Lei alle anime. San Luigi scrive dunque degli umili suoi servi, i quali «si consacreranno interamente al suo servizio, in qualità di sudditi e schiavi d’amore» (VD 55) e la faranno conoscere alle anime. Questi “Apostoli di Maria” «sperimenteranno le sue dolcezze e bontà materne, e l’ameranno col tenero affetto di figli prediletti; allora conosceranno le misericordie di cui Ella è piena» (ivi). Questi “Cavalieri dell’Immacolata” saranno «fuoco ardente» (VD 56) e, ben purificati dal fuoco di grandi tribolazioni, metteranno dappertutto la fiamma del Divino Amore; saranno «nubi tonanti» (VD 57) contro il peccato, che smaschereranno ovunque esso si nasconda. Essi avranno «il Crocifisso nella mano destra e la corona nella sinistra, i sacri Nomi di Gesù e di Maria sul cuore» (VD 59) e la mortificazione in tutto il loro tenore di vita.

«Ecco i grandi uomini che devono arrivare, e che Maria formerà per ordine dell’Altissimo» (ivi). Così si conclude il primo capitolo del Trattato, facendo comprendere tutto il desiderio dell’Autore per l’avvento di questo tempo di grazia, di questo “Tempo di Maria”. San Luigi intravide questo tempo e sospirò: «Ma quando e come avverrà questo? [...] Dio solo lo sa: compito nostro è di pregare, sospirare ed attendere in silenzio» (ivi).
È molto bello accostare la profezia di san Luigi con la promessa che la Madonna diede a Fatima: «Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà». Trionferà certamente, ma la Madonna chiede le nostre preghiere per affrettare questo evento di grazia.

di Padre Stefano M. Miotto, FI
Tratto da: Il Settimanale di Padre Pio

lunedì 8 novembre 2010

Combattere l'ansietà

Camminate con semplicità nella via del Signore e non tormentate il vostro spirito. Bisogna che odiate i vostri difetti ma con odio tranquillo e non già fastidioso ed inquieto; fa d’uopo avere con essi pazienza e ritrarne vantaggio mediante un santo abbassamento. In difetto di tal pazienza, mie buone figliole, le vostre imperfezioni, invece di scemare, crescono sempre più, non essendovi cosa che nutrisca tanto i nostri difetti quanto l’inquietudine e la sollecitudine di volerli allontanare.

Guardati dalle ansie ed inquietudini, perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe del nostro Signore, ma non a forza di braccia. Abbi una gran confidenza nella sua misericordia e bontà, ch’egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la sua santa croce.

Non ti inquietare quando non puoi meditare, non puoi comunicarti e non puoi attendere a tutte le pratiche devote.Cerca in questo frattempo di supplire diversamente col tenerti unita a nostro Signore con una volontà amorosa, con le orazioni giaculatorie, con le comunioni spirituali.
Camminiamo, dunque, sempre anche nel nostro passo lento; purché abbiamo l’effetto buono e risoluto, non possiamo se non camminare bene. No, mie carissime figliole, non è necessario per l’esercizio della virtù stare attualmente attente a tutte; questo veramente imbroglierebbe e ravvolgerebbe troppo i vostri pensieri ed effetti.

Non ti affaticare intorno a cose che generano sollecitudine, perturbazioni ed affanni. Una sola cosa è necessaria: sollevare lo spirito ed amare Dio.

L’ansietà è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al bene operare, ma non lo fa, se non per raffreddarsi, e non ci fa correre, per farci inciampare e per questo bisogna guardarsene in ogni occasione, particolarmente nell’orazione; e per meglio riuscirci, sarà bene ricordarsi che le grazie e i gusti dell’orazione non sono acque della terra ma del cielo, e che perciò tutti i nostri sforzi non bastano a far cadere, benché sia necessario il disporsi con grandissima diligenza sì, ma sempre umile e tranquilla: bisogna tenere il cuore aperto verso il cielo, ed aspettare di là la celeste rugiada.

Di che dovete affannarvi se Gesù vuol farvi pervenire alla patria celeste per i deserti o per i campi, quando e per gli uni e per gli altri si perverrà lo stesso alla beata eternità? Allontanate da voi ogni soverchia preoccupazione che nasce dalle prove con le quali il buon Dio vuole visitarvi; e se ciò non è possibile, allontanatene il pensiero ed in tutto vivete rassegnati ai divini voleri.

La spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia.Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l’ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi. Quindi se alcuni pensieri ti agitano, questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo.

Lo slancio di essere nella pace eterna è buono, è santo; ma bisogna moderarlo con la completa rassegnazione ai divini voleri: meglio fare il divin volere sulla terra che godere il paradiso. “Soffrire e non morire”, era il motto di santa Teresa. E’ dolce il purgatorio (in questa terra) quando si pena per amor di Dio…Devi piuttosto umiliarti davanti a Dio anziché abbatterti d’animo, se egli ti riserba le sofferenze del suo Figliuolo e vuol farti esperimentare la tua debolezza.
E la pazienza è maggiormente perfetta, quanto è meno mescolata di sollecitudine e di disturbi. Se il buon Dio vuole prolungare l’ora della prova, non vogliate lamentarvene ed investigarne il perché, ma tenete sempre presente questo che i figli di Israele stettero a viaggiare per quarant’anni nel deserto prima di mettere piede nella terra promessa.



Padre Pio

domenica 7 novembre 2010

EUROPA: Fede, cultura e laicità

È una tragedia che in Europa, soprattutto nel XIX secolo, si affermasse e diffondesse la convinzione che Dio è l’antagonista dell’uomo e il nemico della sua liberà. Con questo si voleva mettere in ombra la vera fede biblica in Dio, che mandò nel mondo suo Figlio Gesù Cristo perché nessuno muoia, ma tutti abbiano la vita eterna (cfr Gv 3,16).

Noi uomini non possiamo vivere nelle tenebre, senza vedere la luce del sole.
E, allora, com’è possibile che si neghi a Dio, sole delle intelligenze, forza delle volontà e calamita dei nostri cuori, il diritto di proporre questa luce che dissipa ogni tenebra? Perciò, è necessario che Dio torni a risuonare gioiosamente sotto i cieli dell’Europa; che questa parola santa non si pronunci mai invano; che non venga stravolta facendola servire a fini che non le sono propri. Occorre che venga proferita santamente. È necessario che la percepiamo così nella vita di ogni giorno, nel silenzio del lavoro, nell’amore fraterno e nelle difficoltà che gli anni portano con se.

L’Europa deve aprirsi a Dio, uscire all’incontro con Lui senza paura, lavorare con la sua grazia per quella dignità dell’uomo che avevano scoperto le migliori tradizioni: oltre a quella biblica, fondamentale a tale riguardo, quelle dell’epoca classica, medievale e moderna, dalle quali nacquero le grandi creazioni filosofiche e letterarie, culturali e sociali dell’Europa

L’Europa della scienza e delle tecnologie, l’Europa della civilizzazione e della cultura, deve essere allo stesso tempo l’Europa aperta alla trascendenza e alla fraternità con altri continenti, al Dio vivo e vero a partire dall’uomo vivo e vero. Questo è ciò che la Chiesa desidera apportare all’Europa: avere cura di Dio e avere cura dell’uomo, a partire dalla comprensione che di entrambi ci viene offerta in Gesù Cristo.

dall'omelia del Papa a Santiago de Compostela