lunedì 19 novembre 2012

I falsi profeti - seconda parte

Tu hai un anello con una bella pietra preziosa, con un brillante. Che cosa vale di più, l'anello o il brillante? Vale più il brillante. Se lo strappi, l'anello perde ogni pregio e non serve più.
La fede cristiana ha le sue pietre preziose; i falsi cristiani le hanno quasi tutte strappate e conculcate, sostituendone solo qualcuna con pietre false; essi hanno defornato il gioiello ammirabile che Dio ci aveva dato.
Ecco le nostre pietre preziose: I sette Sacramenti.

domenica 18 novembre 2012

Falsi profeti - prima parte

""Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in  veste di agnello, e dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li conoscerete"

I falsi profeti non sono altro che falsi cristiani che  ti presentano il Vangelo e la Bibbia ma seminano nel tuo cuore l'odio alla Chiesa, ai sacerdoti, all' Eucarestia, alla Madonna, ai Sacramenti. 
Pastori mercenari, senza nessuna missione da Dio, ti allettano con l'oro, col beneficio materiale, con la scuola e la refezione gratuita, con le vesti che danno ai tuoi figli, e poi ti avvelenano con il loro odio nascosto, ti strappano a Gesù. 
Essi ti parlano del Cristo, dicono che te lo vogliono far conoscere ed amare, ed invece ti distaccano dalla Chiesa Cattolica dove soltanto vive Gesù Cristo, e ti strappano dai Sacramenti, dandoti un falso surrogato, in una cena che è l'irrisione dell'Eucarestia, ed in una confessione stolta fatta con Dio,dicono essi, ma che non è che una illusione per addormentare la tua coscienza.
Essi poi dicono un mondo di spropositi, e dispensano dei foglietti pieni di inganni e di errori madornali, di falsità storiche, e di false citazioni delle quali si può accorgere solo chi è veramente profondo nelle scienze sacre.
Parlano contro il Papa, i Sacerdoti, la Madonna, i Sacramenti, ma in maniera cosi larvata, da non fartene quasi accorgere, e dispensano stampe zeppe di errori, promettendoti ogni bene, e strappandoti dal cuore la Fede vera.
E tu che fai? Devi far intendere a questi mercenari che debbono andarsene, perchè noi, discendenti dei Martiri, non tradiamo la nostra Fede per una vile moneta, per un vile interesse umano, o per una vile insinuazione. Devi far intendere loro che sono essi che debbono convertirsi a Dio.

giovedì 15 novembre 2012

POVERI IN SPIRITO


I desideri terreni […] sono come bevande gassose: dilatano lo stomaco ma non lo saziano; i desideri celesti invece sono come linfa benefica che si diffonde in tutte le fibre della vita e la fa fiorire.

Povero di spirito è chi è distaccato da tutto, pur possedendo, o chi, non avendo nulla, non desidera altro, e si acquieta nella vita, confidando in Dio solo. Povero di spirito o nello spirito è chi non ha l'anima infarcita di sapienza umana, ma si apre con semplicità alla luce di Dio. Povero di spirito è chi volontariamente abbandona ogni suo avere per abbracciarsi, senza ostacoli, al Sommo Bene, chi sopporta con sapienza la perdita dei beni, chi tollera in pace la sopraffazione ingiusta, e spregia i beni che gli vengono rapiti, chi rinunzia alle sue agiatezze per consolare i poveri, e diventa come acquedotto della carità […]. Povero di spirito è soprattutto chi confida in Dio solo, e riguarda come nullità le cose presenti, fissando gli occhi sempre alla dolce paternità del Signore, chi si crede nullità e non confida nelle proprie forze, ma fa appello alla bontà ed alla misericordia di Dio.

Beati sono ancora i poveri di beni materiali, che mutano la loro povertà in ricchezze spirituali, uniformandosi alla divina Volontà e confidando nel Signore. La fiducia toglie l'angustia che cagiona la povertà materiale, poiché Dio interviene sempre per soccorrere chi gli si abbandona, e rende non solo sopportabile ma beata la condizione di chi non ha niente.

[Brano tratto dal libro “La Sacra Scrittura”, volume XX, Vangelo secondo Matteo, Don Dolindo Ruotolo, Apostolato Stampa]
Cordialiter

martedì 13 novembre 2012

L'UNICA PORTA DI SALVEZZA


Il fedele cattolico, battezzato nella Chiesa Cattolica, possiede lo Spirito Santo, è pienamente incorporato nella Chiesa e, per essa, in Cristo. Segni esterni di questa sua incorporazione nella Chiesa sono:
1) il vincolo dell’unica professione di Fede;
2) l’accettazione di tutti i suoi Sacramenti;
3) la comunione con la Gerarchia Ecclesiale (il Papa e i vescovi).
Egli ha la garanzia della Salvezza.
La Salvezza è dono di Dio che esige la collaborazione dell’uomo: professare la Fede in Cristo, accettare i 7 Sacramenti istituiti da Cristo e obbedire ai legittimi pastori (CCC 836-837).
«Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col “corpo” ma non col “cuore”» (CCC 837).
Il fedele cattolico che commette un peccato mortale perde lo Spirito Santo, la grazia santificante, e la virtù teologale della carità. La sua incorporazione nella Chiesa, pur sussistendo per il Battesimo, la fede e la speranza, diviene non piena e insufficiente. Se non si converte, andrà all’inferno.
I cristiani non cattolici sono quei fedeli che ancora oggi nascono e vengono istruiti nella Fede di Cristo in comunità ecclesiali che, nel corso dei secoli, si erano staccate dalla piena comunione con l’unica Chiesa voluta e realizzata da Cristo, la Chiesa Cattolica.
In queste comunità ecclesiali separate si sono però conservati alcuni beni propri della Chiesa Cattolica (la Sacra Scrittura, le virtù della fede, della speranza e della carità, la vita della grazia e i doni dello Spirito Santo), e si compiono alcune azioni sacre (come la Santa Messa e i Sacramenti). «Lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza, il cui valore deriva dalla stessa pienezza di grazia e dalla verità che è stata affidata [da Cristo] alla Chiesa Cattolica» (Unitatis Redintegratio, n. 3).
I cristiani non cattolici in buona fede (coloro che ignorano senza colpa, quegli argomenti che permettono di formulare il giudizio di veridicità sulla Chiesa Cattolica), possono salvarsi in forza dei beni divini cattolici presenti nelle loro comunità ecclesiali. Chi si salva in esse si salva, di fatto, nella Chiesa Cattolica.
I non cristiani sono tutti coloro che non conoscono Cristo o che, pur conoscendolo, non lo riconoscono come il Figlio di Dio fatto uomo e come l’unico Mediatore di Salvezza per l’intera umanità (ebrei, musulmani, buddisti, induisti, ecc.)
In queste religioni, «la Chiesa riconosce la ricerca, ancora “nelle ombre e nelle immagini”, “di un Dio ignoto” ma vicino, “poiché è Lui che dà a tutti vita e respiro ad ogni cosa, e [...] vuole che tutti gli uomini siano salvi”. Pertanto, la Chiesa considera “tutto ciò che di buono e di vero” si trovi nelle altre religioni “come una preparazione al Vangelo, e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita”. Ma, nel loro comportamento religioso, gli uomini mostrano anche limiti ed errori che sfigurano in loro l’Immagine di Dio: molto spesso gli uomini ingannati dal maligno, hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la Verità divina con la menzogna, servendo la creatura piuttosto che il Creatore, oppure vivendo e morendo senza Dio in questo mondo, sono esposti alla disperazione finale. [...] Quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l’influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la Volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la Salvezza eterna (Lumen gentium, n. 16 )» (CCC 843-847).
Deve essere chiaro, però, che chi non è cattolico non si salva in virtù della religione non cattolica professata, che, essendo umana, è totalmente priva di valore salvifico, ma solo e unicamente in virtù di Cristo e della sua Chiesa, a cui, seppure ignorandoli senza colpa (perché, ad esempio, nessuno glieli ha mai predicati), aderisce inconsapevolmente nel momento in cui si sforza di osservare la legge naturale (il Decalogo scolpito nel suo cuore).
I non credenti sono quegli uomini che, per i motivi più diversi, non riconoscono l’esistenza di un Dio personale: sono i cosiddetti “atei”.
Possono salvarsi alla condizione che facciano tutto il possibile per giungere alla conoscenza di Dio, servendosi della loro ragione umana; e che si sforzino di vivere onestamente seguendo la voce della loro retta coscienza. In questo caso «la Provvidenza Divina non negherà loro gli aiuti necessari alla Salvezza eterna» (Lumen gentium, n. 16).
È da tener presente che «benché Dio, attraverso vie a Lui note, possa portare gli uomini, che senza colpa ignorano il Vangelo, alla fede, senza la quale è impossibile piacergli (Eb 11,6), è tuttavia compito imprescindibile della Chiesa, ed insieme sacro diritto, evangelizzare tutti gli uomini» (Ad gentes, n. 7). 
         
          Articolo del settimanale di Padre Pio

giovedì 5 luglio 2012

Consoliamo il Cuore di Gesù



Ripariamo, consoliamo Gesù; raccogliamo noi quel
 Sangue che molti rendono inutile; in faccia a coloro
 che lo insultano sulla croce, benediciamolo,
 lasciamoci inchiodare con Lui sul legno sacro;
 baciamo le sue adorabili piaghe in riparazione di 
tante bestemmie. Vedendo tanti tradimenti, 
stringiamoci a Lui con una fedeltà totale, riparando 
gli insulti degli uni e la resistenza degli altri, l'odio
 del mondo e la freddezza di molti uomini.
 Quale passione, quale onore, quali doveri! 
Ripetiamoci sempre con l'aiuto della grazia che
 rende tutto possibile: piuttosto morire che tradire!

(Pensieri scelti dagli scritti della Beata Maria di Gesù
 Deluil-Martiny, "Gesù deve regnare", a cura di Paolo
 Risso, LEV)

giovedì 28 giugno 2012

Pensiero spirituale

"Non intraprendete mai alcun lavoro e qualsiasi altra azione, senza aver prima innalzata la mente a Dio,
a Lui indirizzando con santa intenzione le azioni che farete.(P. Pio)"

Questo pensiero di padre Pio ci richiama da vicino il pensiero e le raccomandazioni di san Paolo ai Corinzi: <<Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio>> (1Cor 10,31).
Cio che garantisce la bontà interna di ogni nostra  azione è la rettitudine di intenzione soprannaturale, altrimenti, come spiega il papa San Gregorio Magno, << molte azioni sembrano buone e non lo sono, perchè non sono fatte con intenzione retta>>.
Per questo Gesù stesso ha anche raccomandato di stare in guardia dalle intenzioni non rette del nostro spirito: <<Guardatevi dal fare le vostre opere buone dinanzi agli uomini per essere veduti da loro; altrimenti non ne avrete la ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli >> (Mt 6,1).
Anche sant' Agostino presenta questo insegnamento di Gesù, dicendo: <<Cio che fai senza pura intenzione, non ti servirà a nulla, perchè Iddio non ricompensa il successo, ma la tua intenzione>>.
Per questo fà parte della più sana e pura tradizione nell'educazione della famiglia cristiana l'impegno della preghiera al mattino e alla sera, per offrire al Signore il giorno e la notte; della preghiera prima dei pasti, per offrire al Signore il mangiare e il bere per nutrirci.
Ma quante famiglie cristiane oggi fanno ancora queste preghiere ogni giorno, che aiutano ad offrire ogni azione a Dio con intenzione pura e filiale? La retta intenzione rivolta a Dio, infatti, è garanzia della bontà di ogni azione e della sua fecondità di grazia. Senza questa retta intenzione di offrire a Dio del nostro operare, ogni azione anche buona all'apparenza può essere fatta a vuoto, e non può meritare nulla di fronte a Dio.
E' la elevazione della nostra mente a Dio che può rendere degna e santa ogni nostra azione. Chiediamo a Padre Pio la grazia di indirizzare a Dio le azioni con una <<santa intenzione>>.


di Padre Stefano M. Manelli

lunedì 14 maggio 2012

Vuoi conoscere la Verità?

                  

lunedì 6 febbraio 2012

L'uso sacrilego dei sacramenti - prima parte

L'uso sacrilego dei sacramenti della Penitenza e dell' Eucarestia è pultroppo un fenomeno oggi diffusissimo.
Oggi, nelle nostre chiese, assistiamo a vere e proprie interminabili processioni di gente che si accosta alla Santa Comunione nella più piena inconsapevolezza di ciò che si va a ricevere e, talora, con una leggerezza che lascia a dir poco sconcertati.
Le nostre nonne ci raccontavano che, quando erano giovani, ben pochi osavano acccostarsi alla Santa Comunione, pur essendo vastissima la percentuale di cattolici che regolarmente frequentavano la Santa Messa domenicale. Questo non perchè, come qualcuno tuttora insinua, si aveva un'idea di Dio terribile e inadeguata, ma perchè era chiaro che per accostarsi alla Santa Comunione, oltre che aver osservato il digiuno eucaristico, occorre esserein grazia di Dio e pensare e considerare Chi è Colui che si và a ricevere.
Oggi, pultroppo, abbiamo una frequenza molto bassa alla Santa Messa domenicale, una scarsissima frequentazione del sacramento della Confessione e un vero e proprio "arrembaggio"all'altare quando si tratta di ricevere la Comunione.

 di Don Leonardo M. Pompei

mercoledì 25 gennaio 2012

I cristiani e il culto dei santi

 Alcuni cristiani hanno una certa contrarietà alla devozione a Maria e al culto ai santi.
Questa contrarietà non fà parte della vera fede cristiana, infatti  è il Signore stesso che ha chiesto di appellarsi alle preghiere dei giusti.
Nel libro di Giobbe Dio ordina ai tre amici di Giobbe: “Andate dal mio servo Giobbe..., il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinché io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza” (Gb 42,8).
In 2 Mac 15,13-14 Onia, sommo sacerdote, attesta l’apparizione di un personaggio “rivestito di una maestà meravigliosa e piena di magnificenza” che gli assicura la vittoria. E di lui dice: “Questi è l'amico dei suoi fratelli, colui che innalza molte preghiere per il popolo e per la città santa, Geremia il profeta di Dio”. 
 San Paolo chiese le preghiere dei suoi fratelli nella fede. Credete forse che le preghiere di quelli che sono davanti al Signore siano meno potenti di quelle di coloro che sono ancora pellegrini sulla terra?

I Santi non hanno cessato di amare, di aiutare.
Quello che facevano di qua, adesso lo fanno adesso dall’al di là.
S. Domenico sul letto di morte ha fatto questa bella promessa: “Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita” (Cfr. giordano di sassonia, Libellus de principiis Ordinis praedicatorum, 93).
Ugualmente S. Teresa di Gesù Bambino: “Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra” (S. Teresa di Gesù Bambino, Novissima verba).
 Come non ricordare quanto Cristo ha promesso ai suoi servi fedeli!
Ha assicurato che dirà: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città” (Lc 19,17).
Gli antichi re orientali solevano ricompensare alcuni uomini prodi e meritevoli dando loro città da amministrare alcune città.
Gesù ha detto che di là farà una cosa analoga.
Nell’Apocalisse si legge che i santi regneranno insieme con Cristo.
Che regno sarebbe se non potessero far nulla?

 Una parola particolare per  Maria, la Madre di Gesù.
A lei  Gesù dalla croce ha affidato Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio”. Ora San Giovanni aveva un fratello, Giacomo, e aveva anche una madre, tra l’altro lì presente (“Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo”, Mt 27,56).
Perché affidare a Maria il compito di custodire il figlio di un’altra donna, con tanto di madre lì presente?
In realtà Gesù affida a Maria un ruolo particolare, quella di essere spiritualmente madre di tutti: Gesù ha affidato noi a lei, a Lei la cui preghiera è infinitamente più pura e più potente della nostra, a Lei la cui presenza è quanto di più temibile ci possa essere per i demoni (“Porro inimicizia tra te e la donna…”).
 Inoltre Gesù dice a Giovanni: “Ecco tua madre”.
Ma Giovanni la madre ce l’aveva già, e lì presente.
Se Gesù avesse voluto dire soltanto di prendersi cura di Maria perché Lui moriva, ebbene c’era la sorella di sua madre. Anche lei proprio lì presente (“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre” Gv 19,25).
 L’ultima presenza di Maria ricordata nelle Sacre Scritture è nel Cenacolo. Lì Maria persevera in preghiera con gli apostoli e i fratelli nella fede.
Lo Spirito Santo, che delle Scritture è l’Autore principale, ha voluto lasciarci Maria con questa immagine. Dal cielo Maria non ci abbandona.

 E' bello ricordare la preghiera più antica rivolta a Maria, del secondo o terzo secolo, che testimonia la fede della Chiesa di sempre: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci sempre da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.
Non è importante questa testimonianza di fede?
 Ma, al di là dei ragionamenti, vale l’esperienza.
San Bernardo nella sua bella preghiera a Maria dice: “Ricordatevi, o pietosissima Vergine Maria che non si è mai inteso dire al mondo che alcuno ricorrendo alla vostra protezione, implorando il vostro aiuto e chiedendo il vostro patrocinio sia stato da voi abbandonato.

Privare la gente della devozione a Maria è un grande furto.
E cosa analoga si deve dire per chi vuole togliere il culto ai santi.
È il Signore stesso che ce lo ha chiesto.

Dal sito:Amici Domenicani

venerdì 20 gennaio 2012

Coroncina per l'unità dei cristiani

 Per la CORONCINA per l'Unita' ci si serva di una comune corona del Rosario


-  O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto

- Gloria Patri

Sui grani del Padre Nostro recitare : "Sacro Cuore di Gesu'. abbiate pieta'di noi e dei nostri fratelli avvolti nelle tenebre dell'errore".

 Sui grani dell'Ave Maria recitare: "Venga, o Signore Gesu', il tuo Regno, nell'unita'della Chiesa, per mezzo della tua Santa Madre".


 Si concluda con: "Vergine Immacolata, Voi che per singolare privilegio di grazia foste preservata dalla colpa originale, guardate pietosa ai nostri fratelli dissidenti, che sono pure figli vostri. Non pochi di loro, benche' separati,conservano un qualche culto per Voi. E Voi, generosa qual siete,ricompensateli, impetrando a loro la grazia della conversione. Vittoriosa qual siete, dell'infernale serpe, fin dal principio della vostra esistenza, rinnovate, ora che piu' stringe la necessita', gli antichi tionfi, glorificate il Figlio vostro, riconducendo le pecorelle smarrite all'unico ovile, sotto la guida del Pastore universale, e sia vostra gloria, o Vergine sterminatrice di tutti gli errori, aver riportato cosi' la pace in tutto il mondo cristiano. Amen.

 Salve Regina



- Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare et infideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris: te rogamus, Domine, audi nos Regina Sacratissimi Rosarii, ora pro nobis

giovedì 19 gennaio 2012

Preghiere per l'unità dei cristiani

La SETTIMANA di Preghiera per l'Unità dei Cristiani e' una pia pratica, inizata nel 1909  da Padre Paolo Francesco Watson (+1940), protestante convertito. Le intenzioni, cosi' come erano concepite nello spirito originario sono le seguenti:


PRIMO GIORNO 18 gennaio, Cattedra di San Pietro in Roma. Pregare per la conversione di tutti coloro che sono nell'errore.

SECONDO GIORNO 19 gennaio, Pregare per la conversione di tutti gli scismatici.

TERZO GIORNO 20 gennaio, Apparizione all'ebreo Ratisbonne. Pregare per la conversione dei Luterani e dei protestanti d'Europa in genere.

QUARTO GIORNO 21 gennaio, Sant'Agnese, Pregare per la conversione degli Anglicani

QUINTO GIORNO 22 gennaio, Pregare per la conversione dei protestanti d'America.

SESTO GIORNO 23 gennaio. Pregare per la conversione dei cattolici non piu'praticanti

SETTIMO GIORNO 24 gennaio. Pregare per la conversione degli Ebrei.

OTTAVO ed Ultimo giorno 25 gennaio Conversione di San Paolo. Pregare per la conversione degli islamici e di tutti i pagani.





lunedì 16 gennaio 2012

Il Santo Rosario e il parlar cristiano - seconda e ultima parte

La Madonna stessa ha parlato dell’importanza del Santo Rosario a Lourdes e a Fatima. In questi e in altri luoghi ha detto che il Santo Rosario è la preghiera che Lei gradisce più di tutte, preghiera molto efficace, potente e preghiera evangelica. Ha sempre invitato a recitarlo ogni giorno per ricevere Grazie da Lei, protezioni e il dono della sua presenza.

Per la Madonna chiedere con insistenza la recita del Santo Rosario ci sarà un motivo. La pratica costante di tutti i Santi manifesta la grande importanza della sua recita e l’insistenza con cui lo hanno diffuso fin dal 1200.

Il Beato Alano de la Roche è stato il grande divulgatore del Rosario. Egli è anche il primo ad affermare che San Domenico aveva ricevuto dalle parole della Madonna, l’insegnamento sul Santo Rosario, perché ne divulgasse la devozione. Circa le vere apparizioni che San Domenico ebbe dalla Madonna, è San Luigi Grignon di Monfort ad affermare ciò che da alcuni secoli i devoti del Rosario già sapevano. È confermato dalla Madonna in diverse apparizioni, che il primo a ricevere l’invito a recitare e a diffondere il Santo Rosario fu San Domenico e che non appena iniziò a recitarlo e a diffonderlo, le conversioni si contavano a migliaia.

Tra le altre cose, la Madonna disse a San Domenico: “Nelle tue prediche esorta a recitare il Rosario e raccoglierai grandi frutti per le anime”. Così fece il Santo, e questo spiega il pieno successo della sua predicazione.

Molti sono convinti che la recita del Santo Rosario è preghiera fuori moda e che oggi non è più proponibile. Come si ingannano! Questa convinzione lascia supporre che queste persone siano state da Dio confermate in Grazia, cioè, non possono più commettere peccati e hanno addirittura il Paradiso assicurato.

Mentre noi, poveri esuli, carichi di problemi e sofferenze, stanchi per le lotte, dobbiamo recitare la Corona del Santo Rosario ogni giorno, quasi come una condanna, per chiedere alla Madonna di ottenerci Grazie temporali e soprattutto la salvezza eterna. Questa considerazione non è reale, in quanto tutti noi, proprio tutti, viviamo nell’incertezza della destinazione dopo il Giudizio: salvezza eterna o dannazione eterna.

Dio ci ha creato per Lui, per andare tutti noi in Paradiso, ma per andare in Paradiso ci vuole la Grazia, la Grazia ce la procura Maria; per noi trovare Grazia presso Maria, dobbiamo pregare. Come? Dobbiamo pregare più con il cuore che con le labbra. Quale preghiera? La preghiera che la Madonna è venuta ad insegnarci e che preferisce di più: IL SANTO ROSARIO. Se preghi nel modo che gradisce Maria, tutto puoi ottenere, perché tutto Maria ti dà.

Tutto il bene ci viene per mezzo di Maria Santissima, tutto Lei ci dona per mezzo del Santo Rosario. È la Corona Benedetta, è la lunga Catena che lega Cielo e terra. Da una parte ci siamo noi, dall’altra Maria. Noi da qui chiediamo Grazie, Lei dal Cielo ce le dona, facendole arrivare a noi sempre attraverso questa Catena.

Col Rosario salgono a Maria le nostre preghiere, e Maria sempre per il Rosario, fa scendere le sue innumerevoli Grazie. Per questo chi non è legato a Maria per mezzo di questa dolce e mite Catena, non speri grandi aiuti. A ragione, il Beato Bartolo Longo chiamava il Rosario: “Catena dolce che ci rannoda a Dio”.

È preghiera evangelica, il compendio di tutto il Vangelo in quanto, è devozione cristocentrica. Preghiamo Gesù, meditiamo la sua vita con il Cuore della Madre, insieme alla Madre, anzi, è la Madre che in noi prega il Figlio e ci fa conoscere la vita del Figlio.

Potenza del Santo Rosario, perché Colei che viene pregata è la Madre di Dio e la Corredentrice del genere umano. Così la saluta San Giovanni Crisostomo: “Tu, o Maria, ci hai redento insieme a Gesù Cristo”. È la Innocentissima tra tutte le creature. Ella stessa si presentò così all’umile Bernardette: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Per questo “in Lei vi fu la stessa pienezza di Grazia che vi fu in Gesù, benchè in modo diverso”, afferma San Girolamo. E San Giovanni Climaco dice che “Maria è la radice da cui spuntò il Cristo, giglio delle convalli; è lo stelo su cui sbocciò il divino Fiore della salvezza, Gesù Redentore”. Perché Maria “è il candore della Luce eterna e, paragonata alla luce, viene trovata più pura”, sentenzia la Sacra Scrittura.

Non si comprende l’immenso valore del Rosario, altrimenti ognuno ne reciterebbe decine di Corone al giorno. Nelle famiglie si reciterebbe tutti insieme, e si aspetterebbe con gioia il momento di iniziarlo, più dell’attesa dei piaceri mondani. Si reciterebbe dovunque, cercando sì di isolarci se è possibile, altrimenti la Corona in mano dovrebbe essere come incollata e girare, girare...

Il Rosario è la preghiera della famiglia, il mezzo utilissimo per riunire la famiglia, per farla crescere nel Cuore di Maria, per consacrarla ogni giorno a Lei e salvaguardarla dagli effetti devastanti delle mode e mentalità immorali di questa epoca in cui viviamo.

G.M Scozzaro
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domenica 15 gennaio 2012

Il Santo Rosario e il parlar cristiano - prima parte

Tutti siamo abituati a parlare, chi più e chi meno, chi con senno e chi a sproposito, chi per missione e chi per ingannare, comunque, tutti parliamo. C’è chi parla bene e c’è chi parla male. Ci sono coloro che parlano per adempiere il ruolo che occupano al lavoro, negli uffici e altre parti. Ma la sostanza di ciò che viene detto, determina se è un parlare buono o cattivo, se si parla per edificare o si parla per screditare una persona, per diffamare.


L’uomo cerca sempre di relazionarsi coi suoi simili, di trovare ascoltatori per esternare, per ascoltare, per fantasticare. Tutti parliamo, ma molto spesso non è si consapevoli di cosa si dice, come si dice, e se si parla solo per aprire la bocca, incuranti degli effetti che avranno quelle parole. Da qui scaturiscono litigi, cattiverie, rancori, animosità.

Quando si parla facendo attenzione alle parole che si pronunciano, manifestando così un controllo sulla propria volontà e volendo edificare chi ascolta, escono dalla bocca parole buone, degne di lode. Si parla con accortezza, senza volere offendere chi è presente o, peggio ancora, chi è assente.
Si parla di tutto, di tanti interessi.

 Sorprende che tra i cristiani poco si parla di Gesù e della Madonna, perché molto poco si parla con Gesù e con la Madonna. Non parlando nella preghiera con Loro due, in tanti colloqui fra umani fuoriescono parole insignificanti e inutili, dannose e imprudenti, perché manca la Luce Divina.
Sorprende che tra i cristiani non ci sia meraviglia e stupore grande per avere incontrato un Uomo straordinario come Gesù Cristo.

 La meraviglia porta ad una grande partecipazione alla vita di Colui che si ama. Se c’è meraviglia, la vita del cristiano è un continuo rinnovarsi, si sforzerà ogni giorno di assomigliare a Gesù, e parlerà nella giornata più con Gesù e la Madonna che con gli altri.
Al contrario, il cristiano che rimane quasi disinteressato del Vangelo che Gesù è venuto a portarci, parla di tutto e con tutti tranne che con Gesù e la Madonna. Il suo cuore è così dissipato e interessato alle cose del mondo, che il parlare con il Figlio di Dio e la Madre di Dio, lo rende noioso, insopportabile, anzi, non si interessa proprio.

Parlare del Santo Rosario, invece, è sempre una grande gioia, perché si parla del Vangelo, dall’inizio dell’Incarnazione e della vita terrena di Gesù fino alla glorificazione di sua Madre, da parte sempre di Gesù.
Non si sbaglia mai quando si parla con amore del Santo Rosario, soprattutto, quando si recita, perché permette di parlare con Gesù e con Maria.
Il Santo Rosario è l’armonia del Cielo, il canto degli innamorati della Vergine Immacolata, la gioia della meditazione del Vangelo. Il Santo Rosario è il Vangelo che diventa preghiera. Il Santo Rosario è la sintesi del Vangelo, racconta tutte le tappe principali del mistero dell’Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio Padre e di Maria di Nazareth.

G.M Scozzaro