mercoledì 28 aprile 2010

IL SANTO ROSARIO - parte prima

«Per superare più facilmente difficoltà di guerre e altre calamità sia corporali che spirituali, e potere così nella pace servire Dio con maggiore serenità e fervore, i Pontefici Romani e altri Santi Padri che ci hanno preceduto ebbero sempre la consuetudine di implorare l'aiuto di Dio e di assicurarsi l'intercessione dei Santi attraverso suppliche e preghiere litaniche, elevando, come Davide, gli occhi al cielo con la sicura speranza di riceverne gli aiuti promessi.

Su l'esempio di costoro e, come piamente si crede, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, in tempi simili ai nostri, il Beato Domenico, fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori, al quale abbiamo anche Noi appartenuto e del quale abbiamo professato la Regola, similmente operò. L'eresia albigese infatti, imperversava allora in gran parte della Francia e dell'Italia e aveva accecato talmente i laici, che questi si scagliavano furiosamente contro i sacerdoti di Dio e i chierici.

Il Beato Domenico, elevando gli occhi al cielo, li volse a quel dolce monte che è la gloriosa Vergine Maria, Madre di Dio, a colei che sola, col frutto del suo ventre, schiacciò il capo dello ambiguo serpente e distrusse tutte le eresie e salvò il mondo dannato per colpa dei nostri primi parenti...

Il B. Domenico inventò allora quel modo assai facile e pio e accessibile a tutti di pregare Dio, chiamato Rosario o Salterio della Beata Vergine Maria, che consiste nel venerare questa Beata Vergine ripetendo centocinquanta volte la salutazione angelica, secondo il numero dei salmi di Davide, interponendo ad ogni decina il Padre nostro e alcune determinate meditazioni, che illustrano tutta la vita del Signore Nostro Gesù Cristo.

Avendolo dunque inventato, il B. Domenico propagò ovunque nella Santa Chiesa cattolica questo modo di pregare e attraverso i suoi figli, i frati dell' Ordine, lo divulgò; esso fu accolto da molti e i fedeli che accolsero quella preghiera con fervore, accesi da quelle meditazioni, furono trasformati in altri uomini; le tenebre delle eresie indietreggiarono e la luce della fede cattolica si fece strada nuovamente.
I frati dell'Ordine, col mandato dei loro legittimi superiori, un po' dovunque istituirono le Associazioni del Rosario, alle quali molti fedeli si iscrissero.

Sulle orme dunque dei nostri Predecessori, anche Noi, vedendo questa Chiesa militante, che Dio ci ha affidato, agitata al presente da tante eresie e atrocemente dilacerata e afflitta dalla guerra e dalla depravazione morale degli uomini, eleviamo gli occhi pieni di lacrime, ma anche di speranza verso quella vetta benedetta (Maria), dalla quale discende ogni soccorso, e invitiamo tutti e singoli i fedeli, ammonendoli benevolmente nel Signore, a fare altrettanto».

S. Pio V - Consueverunt Romani Pontifices - 17 Settembre 1569
Enciclica del Papa tratta dal sito del Movimento Domenicano del Rosario

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