giovedì 13 gennaio 2011

Il culto della Madonna, degli Angeli e dei Santi


Non è contrario al primo Comandamento il culto della Madonna, degli Angeli e dei Santi. Non si tratta di un culto di adorazione (di supremo dominio su di noi), che si deve solo a Dio, ma di venerazione o di dulìa (agli Angeli e ai Santi), e di iperdulìa o di speciale venerazione (alla Madonna, posta al di sopra di tutti gli Angeli e i Santi), considerandoli come amici di Dio e per i doni che hanno ricevuto da Lui.

Venerare non è adorare, ma solo prestare ossequio, rispetto, ecc.
L’onorarli non offende Dio, ma ritorna a gloria sua. Onorando, per esempio, la Santissima Vergine come Madre di Dio noi onoriamo prima di tutto Colui che la elesse Madre sua, la conservò vergine, la fece Regina del Cielo e della terra, Mediatrice di tutte le grazie, ecc.Onorando i doni e le grandezze degli Angeli e dei Santi, onoriamo il Datore di ogni grandezza, di ogni dono di natura e di grazia, Colui che si serve degli Angeli e dei Santi per operare meraviglie e prodigi.I Santi, in senso largo, sono coloro che hanno ricevuto la grazia santificante nel Battesimo. In senso stretto, sono tutti coloro che, praticando eroicamente le virtù secondo gli insegnamenti e gli esempi di Gesù Cristo, hanno meritato speciale gloria in Paradiso e anche in terra; quelli canonizzati, per autorità della Chiesa, sono pubblicamente onorati (CCC, nn. 825, 828).

Noi siamo in perfetta armonia con la Bibbia quando ricordiamo i Santi, ne facciamo l’elogio e li imitiamo nel loro grande amore a Gesù Cristo e all’umanità.
Nel Libro del Siracide si legge: «Facciamo l’elogio degli uomini illustri, dei nostri antenati per generazione. Questi furono uomini virtuosi, i cui meriti non vanno dimenticati» (44,1 e 10).Nella Lettera agli Ebrei si esalta la fede degli antenati a conforto e sprone dei suoi lettori: «Nella fede morirono tutti costoro, senza aver conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano» (11,13). E ancora: «E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barac, di Sansone, di Jefte, di David, di Samuele e dei profeti, i quali per la fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, [...] divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri» (11,32-35). «Anche noi dunque, circondati da un così gran numero di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (12,1-2).

I Santi sono nostri potenti intercessori.
Questo vuol dire che, dietro preghiera o richiesta dei loro fratelli nella fede che sono ancora su questa terra, intervengono a loro favore presso Dio per ottenere da Dio le grazie o cose desiderate.San Paolo chiede spesso le preghiere, ossia l’intercessione, dei cristiani affinché Dio lo liberi dai pericoli che lo minacciano nel suo lavoro apostolico (cf Ef 6,18-19 e Rm 15,30-31). Altre volte Paolo offre a Dio le sue preghiere, ossia la sua intercessione, a vantaggio spirituale dei fedeli (cf Col 1,9-10).San Giacomo afferma: «Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse i suoi frutti» (5,16-17).Legittimo è anche il culto delle reliquie dei Santi, perché lo Spirito Santo ha santificato quei corpi, che furono strumenti di bene e saranno un giorno glorificati con la finale risurrezione. Questo culto si chiama relativo, perché viene riferito al Santo.

Nella Sacra Scrittura abbiamo molti esempi di venerazione verso gli Angeli. Ricordiamo solo Abramo, che, veduti tre Angeli in figura umana e riconosciutili, si prostrò davanti a loro, li venerò, li pregò di trattenersi presso di lui e li colmò di onori (cf Gen 18).

Anche la venerazione di Maria Santissima è in armonia con la Bibbia. Infatti, l’Arcangelo Gabriele, santa Elisabetta e Gesù ci offrono chiari esempi di venerazione (e non di adorazione) mariana. L’Arcangelo salutò la Madonna: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28). Ed «Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1,41-42). Alle Nozze di Cana l’intercessione della Madonna ottenne il suo effetto e Gesù fece il primo miracolo, cambiando l’acqua in vino (cf Gv 2,1-11).La spiegazione da noi data trova conferma nelle parole stesse della Vergine: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48).

di padre Francesco Pio M. Pompa FI
Tratto da: Il settimanale di padre Pio